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Penale
02 settembre 2025
Video offensivo su TikTok: è reato?
Sul social network TikTok un utente pubblica in diretta un video in cui esprime pesanti offese nei confronti di una terza persona, la quale assiste alla diretta dal proprio dispositivo, commentando. La condotta dell’utente configura reato? E, più precisamente, il delitto di diffamazione di cui all’art. 595 Codice Penale?
Si è occupata dell’argomento la Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione, con la recente sentenza nr. 29458 del 12 agosto 2025, rispondendo affermativamente.
La Corte ha ricordato che l’offesa gratuita ad altre persone può avere conseguenze diverse, nel nostro ordinamento, in base al criterio distintivo della presenza della persona offesa. Se il destinatario dell’offesa è presente nel momento e nel luogo in cui essa viene proferita – e, dunque, ha la possibilità di replicare ad armi pari – la condotta consiste in una “semplice” ingiuria, che non configura reato.
Se il destinatario, al contrario, non è presente, è viceversa integrato il reato di diffamazione, punito (nella sua forma semplice) con la pena della reclusione fino a un anno o con la multa fino a € 1.032.
La presenza della persona offesa può anche essere “virtuale”, purché diretta ed immediata, tale da poter essere equiparata alla presenza “fisica”: è il caso delle audioconferenze e delle videoconferenze da remoto.
Ove manchi la possibilità di un contraddittorio diretto, immediato e paritario tra l’ingiuriante e l’offeso, invece, si configurerà la diffamazione: è il caso del video su TikTok. Con riferimento a quest’ultimo, precisa la Suprema Corte che “al momento della trasmissione del video \"in diretta\", la circostanza che la persona offesa vi abbia assistito, non consente di affermarne la presenza nel senso sopra specificato, atteso che la pur prevista possibilità di inserire contestualmente dei \"commenti\" alle immagini e alle frasi pronunciate nel video, costituisce uno strumento di interlocuzione limitato che non mette in rapporto diretto e paritario offensore e offeso e perciò non garantisce un contraddittorio immediato, reale ed effettivo”.
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